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CAPO II.


Anassimene.



I. Anassimene di Euristrato milesio fu uditore di Anassimandro. Dicono alcuni ch’egli udisse anche Parmenide. Costui affermò essere principio l’aria e l’infinito, muoversi gli astri non sopra la terra, ma intorno. — Usò l’idioma ionico schietto e senza superfluità e nacque (al riferire di Apollodoro) la sessantesima terza Olimpiade, e morì allo incirca quando Sardi fu presa.

II. Altri due ve n’ebbe lampsaceni; l’oratore e l’istorico, il quale era figlio della sorella dell’oratore e scrisse le gesta di Alessandro.

III. Il filosofo scrisse anche questa lettera così:

Anassimene a Pitagora.


Talete di Esamio non morì felice in vecchiezza. Uscito a notte di casa, come e’ soleva con una fante, per osservare le stelle, dimentico del sito, s’abbattè, contemplando, in un precipizio e vi cadde. I Milesii tengono ora che per tal modo finisse l’investigatore delle cose celesti. Noi suoi discepoli, e i figli e discepoli nostri, ricordiamoci di tant’uomo; accogliamone