Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/215

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182 annotazioni.

Tutta le cote erano insieme ecc. — Proclamalo il principio meccanico, che nulla proviene da ciò che non esiste; che niente nasce, niente perisce; che ciò che esiste si mescola e si separa; che, per decomporsi, il numero delle cose non aumenta o diminuisce; Anassagora suppose una mescoscolanza primitiva di ogni cosa; confusione di parti elementari infinitamente piccole, infinitamente numerose. Questa massa confusa è per lui una unità, senza suolo, anco nello spazio, tra cosa e cosa. La mente, l’intelligenza, lo spirito, è pel nostro filosofo la potenza motrice, l’ἀρχὴ τῆς κινέσεως, il principio d’ogni vita, la ψυχὴ τοῦ κόσμου. La massa degli elementi confusa, senza moto per sè; e la mente, lo spirito che li muove e li ordina, costituiscono la dualità ammessa da Anassagora, il quale considera la mente come opposta alla massa riempitrice dello spazio. — Se i corpi per lui sono suscettivi di movimento, la mente è immutabile, impassibile; se ogni elemento è differente da tutti gli altri, identica è la mente. La mente è infinita; domina tutto con mi potere suo proprio (αὐτοκράτες); noo è mescolata ad alcuna cosa, ma per sè stessa è soltanto; in somma alcun che di non condizionato, e d’infinito. — Ma il libero poter della mente, per Anassagora, era limitato, non avendo in balìa le qualità immutabili degli elementi primitivi. Quindi l’attività delia mente si riduce all’ordinamento degli elementi (διάκοσμον) per mezzo del movimento, a modo che la ragione di ogni esistenza non si rinviene nella mente. La mente, nel pensiero del nostro filosofo, non mise da prima in movimento che poche cose; poi di più, e più in processo. — Anassagora fa intervenire la mente anco nella spiegazione della vita animale, non differendo in sostanza dall’anima. Essa è, nel suo concetto, dipendente della massa corporea cui sta unita, perchè crede il sonno un effetto del corpo sull’anima, e perch’esso è comune sì agli animali e sì alle piante. Pare anzi