Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/223

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parli di questo fatto come di una bizzarria premeditata o di una prova di mentale stranezza. Alternativa non ammissibile coll’indole del filosofo.

Alcibiade il quale era da lui amato. — Molti tacciarono d’immorale l’amicizia di Socrate per Alcibiade. Forse a ciò diè motivo l’opera attribuita ad Aristippo [testo greco], delle antiche delizie e voluttà. Ma i suoi amici lo difesero pubblicamente anche dell’apparenza di una colpa ebe potea far nascere la sua famigliarità co’ bei giovinetti, e il costume ch’egli avea di confessarsene amante. — Vedi ciò che Platone nel Convito mette in bocca dello stesso Alcibiade. — Nessuno dei nemici di Socrate, osserva il Visconti, sia tra quelli che lo accusarono e lo fecero condannare, sia tra poeti che lo schernirono e lo posero sulla scena, si attentò mai lacerarne la integrità del costume, e questa calunnia non fu ripetuta che da scrittori assai posteriori.

VIII. Leonte da Salamina ecc. — „Quei trenta chiamando me in Tolo con altri quattro mi comandarono ch’io conducessi da Salamina Leonte, acciocchè egli morisse — Allora io dimostrai non con parole ma in effetto, ch’io non curava affatto la morte — Usciti di Tolo, gli altri quattro a Salamina andando, condussero preso Leonte, ed io me ne andai a casa. . . . .“ Plat. Apolog.

Solo, ai dieci generali, diedi il voto. — „Avvenne ch’io governava la mia tribù in quel tempo, nel quale vi consigliaste di condannare quei dieci capitani, perchè non avessero levati gli uccisi nella battaglia navale, ingiustamente, come poscia parve ad ognuno. Allora io solo di tutti i presidenti mi vi opposi, acciò non faceste cosa contro le leggi, e co’ miei voti feci resistenza.“ — Platone Apologia.

X. Aver egli menato due donne. — Platone neppur fa cenno della Mirto. Questo silenzio è una delle ragioni ad-