Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/288

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platone. 253

vietate dalla legge non scritta. Delle leggi adunque una è scritta, una non scritta.

LII. Il discorso si divide in cinque specie; una delle quali è il discorso che gli amministratori degli stati pronunciano nelle adunanze, il quale chiamasi politico. Un’altra divisione del discorso, quella che si scrive dagli oratori e dai medesimi è usata nella dimostrazione, nelle lodi, ne’ biasimi, e nelle accuse; e questa specie è oratoria. Una terza divisione del discorso, quella che i privati osano conversando fra di loro; e questa maniera appellasi privata. Un’altra divisione, quella colla quale chi brevemente interroga e risponde, disputa con coloro che lo interrogano; cotesto discorso chiamasi dialettico. Una quinta divisione del discorso, quella con che gli artigiani trattano dell’arte loro; la quale è detta tecnica. Del discorso adunque altro è politico, altro oratorio, altro privato, altro dialettico, altro tecnico.

LIII. In quattro specie si divide la nobiltà: una, quando gli avi sono stati onesti, buoni, giusti; i figli di costoro si dicono nobili. Altra, quando gli avi sono stati potenti, e divennero principi; i figli di costoro si dicono nobili. Altra, quando gli avi ebbero nominanza, come per comando di eserciti, per corone riportate; anche i nati da questi appelliamo nobili. Altra specie, quando alcuno abbia per sè stesso l’animo ben nato e magnanimo; questo pure chiamano nobile: e certo è dessa la miglior nobiltà. Una specie di nobiltà proviene adunque da avi dabbene, una da potenti, una da gloriosi, un’altra da bontà propria ed onestà.

LV. La bellezza si spartisce in tre. Lodevole, come