Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/39

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talete. 19

vecchia, perchè osservasse le stelle, cadde in una fossa, e che dolendosene, la vecchia dicesse: Come mai, o Talete, se tu non puoi vedere le cose che hai tra’ piedi pensi conoscere quelle che sono in cielo? Anche Timone il vide occuparsi di astronomia, e lo loda ne’ Silli, dicendo:

     Astronomo fra i sette sapienti
     Qual fu Talete sapiente.


Le cose che da lui furono scritte, al dire di Lobone argivo, aggiungono a dugento versi. Così era scritto sotto l’immagine di lui:

     L’Ionia Alitelo crebbe, ed a Sofia
     Diè il più vetusto astronomo, Talete.

IX. Fra i detti poetici di lui sono questi:

     Non è di senno indizio il parlar molto
     Con prudenza alcun che ricerca; eleggi
     Alcun che di preclaro; e molte lingue
     Farai tacere d’uomini loquaci.


Vanno intorno come sue queste sentenze: Dio l’antichissimo degli esseri, perchè non generatoBellissimo il mondo, perchè opera di DioGrandissimo lo spazio, perchè tutto comprendeVelocissima la mente, perchè discorre ogni cosaFortissima la necessità, perchè tutto vinceSapientissimo il tempo, perchè tutto discopre — Diceva in nulla differire dalla vita la morte. Perchè non muori tu dunque, chiese un tale? Ed egli: perchè non v’è differenza — Interrogato