Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1842, I.djvu/451

Da Wikisource.

annotazioni 411

ristotele sarebbe accaduto al tempo della guerra lamica, o immediatamente dopo. Le tradizioni s’accordano in questo che Aristotele era un amico di Antipatro. Egli dunque non poterà essere condannato dopo la guerra lamica. Forsechè gli si fece un delitto, al tempo di questa guerra, della sua amicizia con Antipatro. Ma allora non vedo perchè gli se n’avrebbe imputato un altro più difficile da provarsi. Per sopra più la tradizione che porta che Aristotele fu accusato a cagione delle sue dottrine è senza alcun fondamento“. — Ritter.

De’ Persi il rege arciero ec. — Pare che Ermia pagasse un tributo alla Persia. Avend’egli tentato di affrancarsene, Artaserse comandò a Mentore, generale greco a’ suoi stipendii, di ricondurlo al dovere. Costui ricorse all’artifizio, e promettendo a Ermia di riconciliarlo col suo padrone, sotto colore di stabilire le condizioni dell’accordo, lo attirò ad un abboccamento, s’impadronì di lui, e lo mandò al re, che ignominiosamenle lo fece morire.

Un nostro epigramma ch’è così. — Quest’epigrammaccio contiene per soprassello anche il giuoco scipito delle due parole: [testo greco], e [testo greco] aconito e senza fatica. — Dice Visconti, che quello che si narra del suicidio di Aristotele dee porsi tra le favole, e che non sa comprendere come il Bayle abbia potuto stare in forse sul modo delta sua morte. Ma Tennemann inclina a credere che il grand’uomo, vecchio e stanco di persecuzioni, s’avvelenasse da sè medesimo in Calcide, ov’erasi rifuggito per risparmiare agli Ateniesi un nuovo delitto contro la filosofia!

VIII. Raccontasi che per la congiura di Callistene divenisse odioso al re ec., ec. — Pretendono alcuni che l’odio di Alessandro contro Callistene si estendesse fino allo zio, Aristotele, e Plutarco ne reca in prova una lettera nella qua-