Pagina:Laerzio - Vite dei filosofi, 1845, II.djvu/450

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annotazioni. 423

leggesse, [testo greco]: ed invece di [testo greco], che non può qui avere luogo, o [testo greco], o [testo greco]. [testo greco] è pel Kühnio un glossema. Luciano scrive che Epicuro poneva in principio delle sue lettere [testo greco]: ma ciò non veggiamo nelle tre riportate da Laerzio.

IX. Sorbì poscia il freddo Stige. — [testo greco]. Merum bibendo mortem quasi frigidam attraxit. Kühnio. — Con questo mio verso, non indegno per avventura dell’originale, ecco finalmente compita la versione di tanti epigrammacci, coi quali il buon Diogene lardellò la sua rassodia. Compatisci, o lettore, a chi ebbe tutti a voltarli!

Secondo il loro potere. — [testo greco]. Veggasi una nostra nota al testamento di Platone. — L’Huebncro traduce, qui pro viribus, e poco sotto, le stesse parole, quantum fieri possit.

Spendano parte in esequie ec. — [testo greco], partiantur redditus. Kühnius.

Il consueto giorno natalizio ec. — Certo, dice il Kühnio, non tanto il dì natalizio, quanto le consuete adunanze in ciascun mese, le quali cadono nel ventesimo. — E soprannome di Icadisti ebbero gli Epicurei dal festeggiare il ventesimo dì d’ogni mese, giorno in cui era nato Epicuro.

XI. Ebbe molti discepoli ec. — La sua scuola durò a lungo senza grandi cangiamenti, e per lo spirito che la distingue, e pel sommo rispetto al maestro, il quale seppe anche preservare le sue dottrine, chiudendole in proposizioni formali o dommi generali, [testo greco]. — Le dottrine epicuree servirono a’ giorni nostri di base al sistema di Gassendi, d’Holbach e di La Metrie, rettificati per altro dalle scoperte della moderna fisica, nella parte teorica, ed offerti sotto più aggradevoli forme.

Metrodoro ateniese. — Il nome di questo filosofo, dice