Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/68

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IL PRIMO LIBRO

pieno di festa, mi raccontavai havere fatto sacheggiare il granaio ad un suo vasallo, per che egli era ito alla caccia, quantunque pur di lontano veduto non havesse ne lepre, ne di lepre vestigio, et faceva, professione di huomo evangelico, ò Christo, e pur grande la tua sofferenza, ben sei tu detto con ragione PATIENS ET LONGANIMIS. Poi che soffri si patientemente si sulla terra questi crudeli et inessorabili mostri, nati per divorare l'humilissima tua plebe. Ho conosciuto nel Reame di Napoli Principi che haveano animo di lupo, anzi che d'huomo, non raccontaro piu de fatti particolari, et contato ne habbia, per che il dolore che ne sento, tutto m'indebolisce, et fammi divenire le mani al scriver tarde et lente, non sono questi portamenti atti et sofficienti a provocare Iddio a sdegno et far che gli stati per longa successione de tempi posseduti, altrove finalmente si traportino? si sono certo. Crederemo noi che se li principi volessero far l'uffitio loro, che tanti se ne trovassero chi cercassero d'esser signori? ò vero chi si dolessero essendone privati? Credo veramente di no. Niuno adunque si dolga se perde il stato, anzi ralegrisi, come ralegrar si suole chiunque è di grave soma scaricato, meglio è veramente di perderlo che tanto indugiare ch'egli lor poscia perda et distruga.