Pagina:Lando - Paradossi, (1544).djvu/88

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IL PRIMO LIBRO

n'ammonisce della nostra fragil conditione, et ci fa ridure a memoria la gran miseria della mortalita nostra. Per tanto, solea dir Stilbone filosofo, che gli huomini malsani erano simili a quelli che sono retenuti nelle fracide prigioni, donde si spera poterne agevolmente uscire per la rovina che da ogni lato appare, cosi parmi habbino questi altri speranza di lasciar tosto il mortal carcere, poiche da catarri, stomachi, fianchi, et gotte si vede aperto. Certa cosa e che si come in un rotto fodero dimuora spesse fiate un coltello di buono acciaio et di perfetta tempra, cosi in un fragil corpo dimuora spesso una mente nobile, un'animo prudente, et un spirito magnifico et generoso, atto con la debilta, non solo à tentare, ma à condurre anche à fine ogni bella et honorata impresa. Non veggiamo noi che nelle galere al piu forte tocca maneggiare il remo, et il piu debole (che sempre suole essere il piu prudente) ha sol la cura del temone? Non invecchiarno anche piu tosto le forze di Milone, di Aiace, et di Hercole, che quelle di Socrate, di Nestore, di Catone, ò di Solone? questo nostro corpo del qual noi tanta stima il piu delle volte facciamo, altro non e pero che la casa dell'animo, la quale, se bene e fragile, che importa essendo hospite de pochi giorni? Ma miseri noi, che mai sappiamo cio che veramente sia da disiderare, biasimamo sempre et si dolemo, de cuorpi mal sani, li quali, sono anche (per