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194 AMMIANO MARCELLINO

nei confini della Cilicia, consegnò al suo predecessore le lettere dell’Imperatore[An. dell’E.V. 359] che lo esortava a venire sollecitamente alla corte, dove sarebbegli conferita una maggior dignità: e questo in tal punto, in cui la grandezza degli affari avrebbe invece richiesto che Ursicino si mandasse in Oriente quand’anche si fosse trovato allora, come suol dirsi, nell’ultima Tule; perocchè egli ottimamente conosceva l’antica nostra disciplina, e per lungo uso era pratico dell’arte militare dei Persiani. Dalla quale notizia spaventate le province, le città ed i popoli con decreti e con frequenti acclamazioni a forza volevano trattenere presso di sè quel pubblico difensore; perchè da un lato si ricordavano ch’egli, quantunque lasciato alla loro custodia con un esercito inerte e non uscito in campo giammai, pure nel corso di dieci anni non aveva sofferto perdita alcuna, e stavan dall’altro in timore della propria salute, avendo sentito che in tempo sì dubbio volevasi rimover da loro Ursicino e mandare in luogo di lui un uomo inertissimo. Noi crediamo (nè può rimanere alcun dubbio) che la fama velocissima voli per aerei sentieri: la quale avendo fatte palesi coteste cose, i Persiani ne tennero gravi consigli; e dopo molte contrarie proposte, seguitando il parere di Antonino fu deliberato, che essendosi allontanato di là Ursicino, e succedutogli uno spregevole capitano, eglino senza attendere ai pericolosi assedii delle città, superando l’Eufrate, dovessero spingersi innanzi: affinchè, prevenendo colla celerità la fama, potessero occupar le province non tocche mai dalla guerra (fuorchè nei tempi di Galieno) ed arricchite da lunghissima pace: della quale spedizione Antonino stesso, col soccorso del cielo, prometteva di poter essere utilissimo condottiero. Lodato pertanto questo consiglio e confermato dalla concorde volontà di