Pagina:Le Pescatorie di Azio Sincero Sannazaro.djvu/105

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    Ah crudi! in ascoltando, e sebben godano
    Nudate in rimirar le poppe candide,
    E pegli occhi assetati il foco bevano;
    Tanta pur del crudel morbo s’ingenera
    70Forza nei petti lor, tanto precipite
    Amor li prende, ed insana libidine,
    Che a poco a poco abbandonati i calami,
    E rotti i patti di repente sorgono
    Da terra, e tutti più che vento rapidi
    75Lor van di contro, e degli Dei ridendosi
    Ah! le pavide Ninfe, e per il subito
    Orror già fredde, avidamente assalgono,
    Di crudi lupi in guisa, che discacciano
    In ira i lor giochi l’agnellette placide,
    80Ed esanimi, e traggonle, e rapisconle,
    Qua e là nel praticel mentre saltellano,
    O sotto un ima valle, e lungi è l’inscio
    Custode, col poter dei cani vigili.
    Così coloro. Ma le Ninfe misere
    85Discinte il petto di lai mesti assordano
    La frondifera selva, e qua e là fuggono.
    Non li dirupi nè securi credono
    Luoghi per alti rovi ingombri ed orridi.
    Or di monti scoscesi i gioghi altissimi,
    90Ed or pei vasti campi i stagni attonite
    Guatan, nè modo di salvarsi trovano;
    E già la speme della fuga togliesi.
    Allor all’onde alfin si ferman trepide,