Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/326

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GIOVANNI BOCCACCI

     Poi vede le milizie glorïose
Del nuovo e dell’antico testamento,
135Che bene oprando a Dio si fero spose
     Nel ciel più alto sovra il fermamento,
Dove ’l solio d’Enrico ancor vacante
138Discerne. E quivi lui che stava attento
     A riguardar le creature sante
Lascia Beatrice, ed in loco di lei
141Bernardo collo sguardo il guida avante.
     Dove, poi che fatt’ha orazione a lei
Cui seder vede dove la sortiro
144Li merti suoi, gli è mostrata colei
     Che sposa antica fu del primo viro,
Rachel, Sara, Rebecca, e ’l gran Joanni
147Che pria il deserto e poi provò il martìro.
     Appresso poi in più sublimi scanni
Francesco et Augustino e Benedetto
150E quei che trapassâr ne’ teneri anni
     Vede; de’ quali il dottor sopradetto,
Dico Bernardo, ragionando, ad ello
153Caccia ogni dubbio fuor del suo concetto.
     Quindi lo Santo grazïoso e bello
Più ch’altro di Maria gli mostra il viso,
156E davanti da lei quel Gabrïello
     Che ’l decreto recò di paradiso
Della nostra salute, tanto lieto
159Che qui per non poter ben no ’l diviso.
     Onesto l’uno e l’altro e mansueto,
Adamo e Pietro, e poi il vangelista
162Joanni lì seder vede repleto
     D’alta letizia; e quivi il gran legista
Moïsè vede e poi Lucia e Anna;
165E punto fa alla gloriosa vista.
     Appresso, a ciò che la divina manna
Discenda in lui e faccial poderoso
168A veder ciò per che ciascun s’affanna,
     Umile quanto può, nel grazïoso
Cospetto della madre d’ogni grazia,
171Insieme col dottor di lei focoso,


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