Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/421

Da Wikisource.

RIME

Un bavalisco par, sì mi spaventa;
E fammi rimbucar sotto ogni scheggia.
25Diavolo, a te la do! e tu l’aspreggia
Sì che di morte io ne senta novelle.
     Femmina vecchia poco suol sentire,
Suol poco udir e men vedere assai,
Non suol vegghiar ma tosto suol dormire.
30Suol stare inferma e non andar già mai:
Questa non trova loco in darmi guai,
D’Amor nimica e delle sue sorelle.
     Ballata, truova tutti gli avvoltoi
Et orsi e lupi ch’abbin forti artigli;
35Di’ lor — Merzè! io me ne vengo a voi,
Che a questa vecchia voi diate di pigli;
E chi ne porti il cuore e chi i ventrigli;
E corbi e nibbi s’abbin le budelle. —




XLIII


     Rivolto avea lo zappator la terra
E poi risecca era su ’l duro colle
3Là dov’io giunsi, sì come Amor volle.
     Su ’l qual correvan verso un pomo verde
Donne in ischiera, e l’una all’altra avanti
6Con leggiadre parole e be’ sembianti.
     Giunte ad esso, et io mirando, tanti
Frutti non vidi tra ’l suo verde adorno,
9Quant’i’ vidi man bianche a quel d’intorno
     Dolce parlando tirar rami e fronde:
Regina vidi ’n cui ’l mio cor s’asconde.


(I Madrigali e le Ballate dal XXXIX a questo son tratti dalla cit. ediz. lucchese.)



— 415 —