Pagina:Le Vicinie di Bergamo.djvu/30

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la legge civile non mancava di sancire1, e che quindi la esecuzione degli uni e degli altri rendesse più stretti quei vincoli quasi naturali di questi Vicini, che s’accentravano nella chiesa comune, a comuni spese mantenuta e provveduta. E a quella guisa che il governo episcopale abituò i Comuni, anche per lungo tratto dopo costituiti, a tenere loro radunanze nella Cattedrale2, così queste condizioni devono aver mantenuto nei Vicinati, anche dopo che formarono parte integrante dell’ordinamento municipale, il costume di raccogliersi a trattare dei comuni interessi nella chiesa da cui aveano nome, come ce ne forniscono una continua prova gli Atti della Vicinia di S. Pancrazio.

La divisione adunque della città per Vicinati dovea essere per lo meno tanto antica, quanto quella per Porte; ma non è tutto qui il cardine della questione, perchè un punto, certo per me, ancora oscurissimo è quello di sapere quando le Vicinie, che in origine non doveano rappresentarci che una divisione puramente ecclesiastica, sieno entrate a far parte della vita comunale, sicchè da questo fatto sia uscita quella lunga serie di obblighi e di oneri, che avremo a prendere in esame nel corso di questo studio; in ultima analisi non si tratta solo di sapere quando le nostre città si trovarono partite in Vicinati, quando e come questi si sieno formati; se al sacrario compitale non siasi che sostituita la nuova chiesa, lasciando inalterati gli antichi confini, o se in quella

  1. Peres. Cap. Pippini 1 e Capit. Lothar. 20 in Padelletti Fontes pp. 367, 405.
  2. Pertile II, 2, 18.