Pagina:Le dicerie sacre.djvu/140

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tal Pittura 1’ anguftia del mio ingegno , e del mio ftile incapace , tanto folo baftcrammi ha- uer’accennato,quanto detto (e n’c; dal che può ciafcuno argomentare, fe il meno delle fue_> grandezze è di tanti fregi, e di tanti pregi ab- 1 bondance, quali efler debbano gl’Abbirti delle fue glorie immenfe.e delle fue lodi infinire.Ho- raper non offiifcare in parte col rozzo pennello della mia lingua imperfetta, e con gli ofeuri colori del mio dir bado le bellezze di quella^* non mai appieno lodata imagine , le quali aliai meglio.che con iftile facondo, fi pollono efpn - mere con modello,e pietolo filentio,voglio più rotto tacere j e pattando con vna profonda me* ditatione dalla loda alla marauiglia,e dalla loquacità allo flupore; chiudere il giro della mia lunga parlatura con quella fentenza amorcuo- le . A Domino faBttm tft iftmi, & e(i mirabile in «fuHt no/iris,