Pagina:Le dicerie sacre.djvu/163

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IH La Mvsica. ad intendere ciòch’è cbiufo nella lor mente \ f lingua à ragione fi può chiamare ; laquale non per altro ( al credere de’Pilofofi ) ci fù data , fe non perche con e(Ta apriamo , epalefiamo altrui quel,che di nafeofto il noftro intelletto c5* eepe.Sarebbe qui lungamente da trattare della intelligibile armonia di que’puriffimi Spiriti, e có quanto ordine difporti fieno i tripartiti Ternari; di quelle fante Gerarchie ; e come gl'infi» mida’mezani, i mezani da'fupremi.e quelli da Dio riceuano fcambicuolmente il .lume. Mjj per non edere , mentre di propottioni, e di mi- ture ragiono, fproportionataincnte fm fararo nel imo difcetfo, voglio folamente dite, che no folo intellettuale armonia formano quelle fo« ( ftanze fpirituali, ina anche fotientc Tolte con_* | muficofuoDo fcnfibilmentc fi lafciano inttde- le .Quincidalle facre Scritture fi coglie , che Me laudabant aftra m*tutina:t che; Canlant i lanticnmnouum ,c che di cantare con triplicata tocc non cedano queU’Hmno milìeriofo, Sanfftu Sanffus Santini : e che nella forrtiaa- •a notte del facro Natale fparfì in più chori per ; l'aria s’accordaronoin quel bcllilljmo verfo , Gloria in excelfis Dee , & in fina pax homi- nibus. Efebeneperl® pictofp fpertacolo del CrocififTo.che hoggi a gli occhi loro fi rappre- fetira fopra il Caluario, fi dice che Angeli patii amare fUbant-, non è però, ch'affittendo afta beatitudine del Paradifo , e fpecchiandofi nella glotiofa faccia di Dio, dal fempiterno lor canto mai fi rimangano . Ofedato cifulTedi fencire quaggiù per gratia , come /periamo di finire lafsù per gloria folo vnfolo momento , (ola vnafolapaflatad’Yo’archetto folo di