Pagina:Le dicerie sacre.djvu/204

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Diceria II. ijf foftrnuta , coli tarda , e reft'aj qui fugginua, e veloce, altroue graue. e profonda, altroue acuti, e fott’le ; fublime , mezana , e bada , & in_j fomma di tutte quelle diuerfe forme capace,al* le quali la voce del bruto inhabile, & indocile £ per natura Tsò che le Manfchore, le Crocu- te, e l’H cneliete mhumane, d'imitare l’huma- no fu mone ti sforzano quanto poflono;& con* tali ch'elleno le voci de’Paftoricontrafanno.e’l nome d'aleuti di loro à bell'arte per fe ftclTe_» imparano, per poter nel bofeo fuor del tugurio cliia ujiiJolo am aramente Minorarlo . So che gli Storni, e i Lufignuoli fono flati alle volte-» fentin parlare in Greco, & in Latino linguaggio. Sò che i Tordi,e le Gaze,i Corui,PAqu>Ie,e fopra tutti i Pappagalli non folo le patole , ma le membra,e le periodi intiere fecondo l’vfo degli huommi recitando, hanno Imperadori , e Prenomi grandi in lor fauella falutati. Sò ancora ( ciò che più è degno di flupore ) molti ve* celiati ederui fiatisi farti, che non per dottrina di raacftro.ni per correzione di sferza difcipli- nati,ma fpótaneamente.e folo dallo fludio della naturale imiraroue lofptnti , vna breue diceria hanno à ptonumiareapprefa. Quindi la follia di colui m racconta , che da vi)3 ftrana cupidigia di d<ui»icà (limolato , dopò l'hauere den* tro vn ferraglie raccolta , e t.icchmfa gran-j quantità d'vccelli loquaci, infegnò loro à proferire , Pfafoneè D'o; indi aperte le gabbie, e rotte le prigioni , lafeiogli liber andare à volo per campagne , e per colli ; &elfi qua , e là quelle tré parolerre loro dettate diuulgando , fecero tutta la L bia della leggera, e vana Deità del loro Pedagogo rifonate . Il che ad An* 1 i none