Pagina:Le dicerie sacre.djvu/212

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Dicm* II. io} mium fanHt ift,& onm meum lene hot molle. Tìliolì.mti, adhuc mtUicUm tèpHt Mifcù sii, hor dura. Generatio fratta,& adultera,hor alta. E gode fupernìs (um: hor bada. Abfjj paratoli s non lojHtiatur, lior'afpra, Ego vado, é> inpiccato vtflro morìemini,hoz pia. Venite ad me omnei qui Uboratis, hor la promette . Eg» ventar», & carabo e um, hor la niega . tfoiu rifpondit ci verbum . Edaqutfta dtuerfitadi confona ma formaua Chrifto cantando quella melata melodia , cheteneuaaQratto, noiu pure attento chi Tafeolcaua. Vtx tua dutdi <ft. Di Cleopatra la bella in grauiflìme hiftorie fi ricerca per qual cagione frima Cefare.poirt figlio di Pompeo inuaghifle,e finalmente Marcantonio così follemente del fuo Amore in- nebrialTe , ch’egli con fine miferabile renne à chiuderne i' giorni tuoi . Nonfù tanto l fcriuono ) la luce della bellezza , che gli occhi de’riguardanti di marmigli» abbigliati! quanto la forza foaue delia (cotta, e faconda lingua , la quale à guifa di ben temperato ftromento con tanta fefta , e prontezza à fuo fenno moueua.che conTambrofi» delle parole, col fale delle facetie, col zucchero della gf ; t a, e dell’argutia nel parlare , quali Sirena , ò maga gli afcoltatoti fhipcfjtti iu tenace rete tn- CJtea.m di ftraordmaria dolcezza. Mi »ile, e fpropottionatocirempio, fconcia, e difforme ctìmparatione farebbe il roler raflbmigliare la sfacciataggine d'tna Putta profana, anzi d’»na Barbara meretrice, che non fapcua, fe non in- nefeare i cuori con l’efca dellalafciuia, alla pu. liffima (Implicita della Sapienza incarnata , la mal fc moueua altrui col rigore delle paro1e_> 1 16 fo'X