Pagina:Le dicerie sacre.djvu/276

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Diceria II. zij concorrono . Trà queftiil Frigio , come ec* citator dei furore , & mciutor della guerra , non è lodato, tua èchi imito Barbaro . On- de fi legge , che i Lacedemoni, Si AlelTandro ifleffo di quefto prouocati corfero all'armi. Nè il L'dioè menfciafimaroda Platone, per ef- fer tioppo acuto , motbido , & alla modeftia del Dono totalmente contrario. Il Dorio, come il piùgraue, & honefto atto à moderar gli affetti de II’a n mo , e i mouimenti del corpo , è (lato à tutti gli altti anrepofto, Si preilo i Lacedemoni ,c gli Arcadi fù in fornirla venerinone tenuto. Quinci fcriuono , che Agamennone douendo partire alla fpeditione delia guetra Tro’ana , iafciò à Clitenneftra fua moglie vn Mufico Dor;co, ilquile'in virtù (olodel piede Spondeo la mantenne caft.i, e pudica ; nc ptima potè Agifto violarla , che non facete il Mufico crudelmente monte. (I Miflolid o è proprio delle cofc tragiche, Si flebili ; &di quefto voleua intendete quel Poeta quando Cintai»! mtfìis tibia funeribus. Ma à quelli quattro tuoni alcri poi ne furono ancora aggregati, detti collaterali, l’H'podo- rio, TH'polidio, Si l’Hipofrigio, già di (opra nominati, cccsi al numero di fette peiuenne- ro. Balla in fomma , che tanto la pcrigiafia delle corde, quanto la ferie de'conccnri, pan (ono di numero a' Pianeti, & a* P'aneu tutti quanti fi nfcrifcono. Ma torniamo alla Lira d'Orfeo. Chi dirà , che Chrifto aut tote della noftra amorofa Mufica non fia egli il vero Oc- feo ì Orfeo defmò col fuo cauto il corfo de'fiumi, facendogli mirabilmente ritornate indietro M i rerfo