Pagina:Le dicerie sacre.djvu/315

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66 La M v s i c A durare , mi la natura non può fupplire ; le fot- ae dell’amore s’auanzano , ma quell» del corcar fi fcemino ; li brami del partire fi fi maggio- fé , ma il tormento fr dbmiou:fce . Ah che non bada ma fola eroe* , rna fola morte ; la fetej dell'amore , e del dolore mi fourabbonda. Si- tieniti». S 1 E G V E della Mufica la quinta canna,nè cjuefta altro rifiioon, che fenf? amoro» fi. Quella cocente fiamma d’amore,di cui ha- urna Chnfto a*cefo il petto, diuampando dal» l’anima al corpo , gli haueua inaridite le rifee» re,vote le vene, diseccate le fauci, afeiugata la bocca, fuggellatelelabra, incollata al palato la lingua , onde tutto adulto da quefio ccceiTì- uo caldo, fi fenciua mancar di fece, Concaluit (or rueum intrame , & in meditatone mtsLj exardefeet ignit. SitiO,Sitio. Infermo fitibon- do, à cui fi a dato rn poco d'acqua da bere, non pur la fete non eftingue , ma doppiamente T- accrefce . Tanca era in Chrifto la fece del pa» tire , che la Paflione , à cui di tutti i Profeti fii dato titolo di Oceano. Veni in altitudine»!—t marii,tempeflai dtmerjit me. Magna velut mare contritio tua . Pelagui ccoperuit caput mttim. Omneifluttui tuoi induxiflifuper mfà da lui nondimeno è ch’amata tazza < Trnnfeat k me calix ijie . Noti è pnù d'vna croce quella, che lo ritiene, n6 fon più di tre chiodi quelli,chc Io trafiggono ; & egli hà fete di conto croci, di mille chiodi. Eff.tìo mirabile di quella infinita fete, che l’infiamma, e di quegli occhiali ingan» neuoli d'amore, che le cofe grandi fan parer piociole. Era ancor ranca Ia fua fete delia falute de gl*huomini,che fe ne featiua flruggere if petto,L'anima humana per la fua infinita capaciti