Pagina:Le dicerie sacre.djvu/326

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DICERIA II. 317 fpiriturn tnium.Pur come voglia dire. Il Cielo,fiegue l'animajChe’l muouc. I fiumi riedo- no al mare,donde partono . I vapori s’inalzano *erfo il Sole. Il Sole eh.ude il fuo gironel- l’Occafo. Il fuoco fi folleua alla fua sfera . La linea vè à ritrouare il ccniro.D piede del compatto fi ricongiunge al fuo principiò. La calamita fi volge al polo. Il fèrro fi dirizza alla calamita . La paglia c tirata dall’ambra . Il corridore s’affretta al pallio . La faecta vola al berlaglio. La farfalla corre alla luce.E l'anima mia fà ritorno alle tue mani. In manus tuas commendo fpiriturn meum . La Colomba poiché vide tutta dall’acque allagata la terra,non treuando doue pofare il piede,ricornollene con l’olmo à Noè. Queft’anima immacolata dopò il diluuio di cauto fangue, non trouando per le fozzurc delle malitie ripofo in tetra,à te riporta la Tanca pace . Il meflo d’Abraamo, poiché hebbe fri Rebecca,& Ifaac conchiafo lo fpon- falitio,ritornòàchi l’haucua mandato Quedo fpiriro mediatore dopò I’hauer crattato,e rtabi. lito crà l'humana natura , e Dio il facro maritaggio, viene à ripatriare. Tobia poich’hebbe gran tempo errato, fpcditi gl'aflàrialla fua cu* za commcdì.ricouerò alle paterne cafe.Io dopò lunga peregrinatone, e lunghe faciche nella fpeditione importami durate, ecco che ritorno fià le tue mani./>j manus tu*s commi ciò [firi- t*m meum.Scife accettò con lieta fróte vn pugno d’acqua fchietta offertagli da femplice vii. lancilo. Tu non ricufare vna offerta di fpirito puro,cheti rafsegna la mia volótà. Dauid rac- colfe volccieri l'vua pafsa recatagli da Abigail. Tu non ((degnate il merito della mia pjidìone,

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