Pagina:Le dicerie sacre.djvu/342

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Diceria III. ’) 3 j ti,Vi sì ricco edifìcio colonna inferma , vaglia à si falda bafe appoggiato fcfFriie vigorofa- mente lo’ncarco , da si dotta mano tocco rendere armonia foaue , e da sì viuace fpitito in. formato acquiftar fenfo.e mouimcnto. Non temerò adunqie con la feorta della bella Vra- nia.frà l'altre Mufe la più fufclim:, di porre (si come il Tolgar detto tifuona ) audacemente la bocca in Cielo , delle proprietà di elfo Cielo ragionando, purché dalla virtù di quello fteffo fplendore , che può in vn nicddìnio punto altrui sbigottire , & auualorare, sì come ne fono a prima vifta abbarbagliato,e confufo.così fa* uore,e conforto parimente mi vergano. E s’e- gli è pur vero, ch'all’huomo fù da Natura non per altro effetto data la fronte leuata veifo il Cielo.da gli altri animali differente, che l’hanno china Terfo la Tetra, fenoli folo perch’egli il Cielo rimirafTe; ecco, ch’io non altroueà riuolgerui.nè altro à contemplare v’inuito/he queftomiftico Cielo , in cui fe tutte le condi- tioni del vero Cielo concorrono , chi Totrà dire, che titolo di Cielo à dritta ragione non_^ f»li conuenga ? Prendete meco (fe vi piace) paf- 0 pafso à mifurare le proportioni di queflo marauigliofo rifeontro, e confìderando appar- te apparto dell’vno l’origine , il fito ,la materia, la figura, l’ornamento, ia virtù', l’ordine, ilmouimeuto, d’armonia, giudicate poi fe fieno qoefle circoftanze all’altro in tut- \ to , e per tutto , com’10 dico , e d’auantaggio diceuoli . Fù il Cielo (fe al veritiere, & infal. j libile reftimonio delle facre , & antiche Cro- 1 niche vogliamo predar fide J di tutte le fattu- ] re forniate dalla creatrice mano di quel fom-