Pagina:Le dicerie sacre.djvu/9

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del mio snervato intelletto ricadranno subito à basso. Ma ò pur mi sia dato, se non di toccare il segno, almeno di tirar giù qualche scintilla, non di luce d’humana gloria, ma di fuoco di divina carità, sì che gli animi pij traggano da’ miei scritti alcun frutto di divota compunzione. Le saette sono alate; ma s’io non potrò sollevarmi con le penne della mente, che vola, tenterò al meglio, ch’io posso d’essercitarmi con la penna della mano, che scrive . Piaccia à V. A. con l’essempio di quel pietoso Troiano, sì come si è fin qui degnata d’assistere allo spettacolo, favorando della sua presenza tutti coloro, che di ciò hanno parlato, così rivolgere ancora gli occhi benigni all’estremo sforzo di questo suo divoto, concedendogli forza al saettare, e porgendogli con la celeste virtù del proprio Sagittario aiuto opportuno. In tanto con quella humiltà, ch’io posso maggiore, auguro à V. A. il compimento de’ suoi magnanimi pensieri. Di Torino adì 15. d’Aprile 1614.


Di V. A. Serenissima
Humiliss. e devotiss. Serv.
Il Cavalier Marino.