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LE INDUSTRIE FEMMINILI

MESSINESI


La Sicilia, questa ridente terra sempre rallegrata dal sole, perenne sogno di poeti e d’artisti; la Sicilia, paese fertile benedetto dove l’orrore della miseria dovrebbe ignorarsi, come quello del freddo, manca invece dell’unico grande mezzo che eleva, redime, rialza le sorti di un popolo: il lavoroìì. Pare che quest’aura balsamica che si respira, questo tepore di primavera che non cede se non ai calori della state, questo profumo di Zagara che è nell’aria, metta in dosso un languore, una soave disposizione al dolce far niente.

A questa sensazione è però necessario ribellarsi: e da 20 anni a questa parte qualche progresso s’è pur fatto, ma non certamente paragonabile al fervore di vita attiva e di lavoro che ha reso così florida la parte settentrionale d’Italia.

Nei piccoli centri quaggiù le istituzioni di beneficenza che abbiano per iscopo di sollevare la miseria, mettendo col lavoro l’individuo nella condizione di bastare a sè stesso, sono, si può dire, sconosciute; la beneficenza si estrinseca in un solo modo: