Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/562

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«— Io credo,» rispose la moglie, «che vi siano di codesti specifici, e voi ne troverete dagli speziali. — «Il mercante passò tutta la notte a riflettere alle parole della consorte; erano ambidue malcontenti fra sè dei rimproveri voltisi vicendevolmente. Il marito, alzatosi per tempo, andò al mercato, ed entrato da uno speziale, e salutatolo, gli chiese se avesse qualche droga dotata della virtù di far ottener prole. — Ne avea poco tempo fa,» rispose lo speziale; «ma ora non ne ho più: l’ho venduta tutta. Se voleste andare dal mio vicino, forse avrà di soddisfarvi. —

«Il mercante andò di bottega in bottega, ripetendo la sua dimanda ad ogni speziate che trovava; ma tutti gli risero in faccia, beffandosi di lui. Vedendo riuscir inutili le ricerche, tornò alla sua bottega, e sedè col cuore pieno di amarezza.»

NOTTE CDXCVIII

— Il capo dei sensali, uomo furbo ed astuto, di nome Scheikh Mohammed, avendolo veduto, lo salutò, e gli chiese la cagione dell’abbattimento nel quale vedevalo immerso. Il mercante gli narrò il colloquio avuto la sera innanzi colla moglie, lagnandosi perchè, essendo maritato da vent’anni e più, non avesse ancora avuto figliuoli. — Essa pretende che è mia colpa,» aggiunse, «e mi fe’ cercare tutta la mattina una droga che abbia la proprietà di far aver prole; ma mi fu impossibile trovarla.