Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/574

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che i calzoni e la camicia. Fece Deliteh un involto anche di quegli effetti, come aveva fatto degli abiti della dama, ed uscì dalla casa, usando l’attenzione di chiuder bene la porta. Strada facendo, pose i suoi involti in luogo di sicurezza e tornò dal tintore. — Spero,» questi le disse, «che siate contenta della casa. — Sì,» rispostila; «vi ho anzi già condotti i miei figli co’ loro mobili ed abiti; ma non hanno di che mangiare a mezzogiorno. Prendete questo zecchino, e fatemi il favore di comperare per loro carne e pane. Intanto mi fermerò qui a guardare la vostra bottega — Volentieri,» rispose il tintore, ed uscì per andar al mercato. In quel medesimo punto venne a passare di là un asinaio. Delileb lo chiamò, e: — Conoscete, gli disse, «questa bottega ed il tintore mio figiio al quale appartiene? — Sì, la conosco,» colui rispose. — Or bene,» ripigliò la vecchia, «il povero giovane ebbe la disgrazia di far male gli affari suoi, ed io vorrei sottrarre almeno parte delle sue merci all’avidità dei creditori. Venite, e caricate sui vostri somari tutto ciò che qui si trova.» Obbedì colui, e Delileh prese coll’asino ed il suo carico la via di casa sua, dopo aver detto a quell’uomo d’attendere nella bottega sinchè il figlio tornasse.

«— Ecco un bel principio,» disse Delileh a sua figlia; «col primo getto di rete ho preso quattro allocchi: la moglie dell’emiro, quel giovane mercadante, il tintore e l’asinaio. — Siete mirabilmente riuscita,» rispose Zeineb; «ma se continuate in tal guisa, verrete al punto di non osar più di farvi vedere a Bagdad. —

«Nel frattempo, il tintore tornò dal mercato colla carne ed il pane, e trovò in bottega il padrone dell’asino occupato, come avevagli ordinato Delileh partendo, a levar i banchi e tutto ciò che stava attaccato con chiodi, poichè quanto alle stoffe,