Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/582

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tutto quello che fu tolto a voi del pari che alla consorte dell’emiro, se giungete a condurmi la vecchia. — Dateci dieci dei vostri famigli,» risposero essi, «e vi promettiamo di condurvela.» Il vali diè loro dieci uomini, ed essi, postisi in via coll’asinaio alla testa, furono abbastanza fortunati per rinvenire la vecchia, ed arrestatala, la condussero davanti al vali. Accusata delle sue frodi, negò tutto e sostenne di non conoscere alcuno di quei personaggi; ma il vali comandò che fosse imprigionata. Però il carceriere, per tema che giuocasse anche a lui qualche brutto tiro, non volle prenderla sotto la sua responsabilità, e pregò il vali di custodirla sino alla mattina appresso per farla porre in berlina. La si condusse dunque fuor della città, sulla sponda del Tigri, dove fu legata ad un palo, acciò vi passasse la notte.

«La notte era già molto inoltrata, allorchè due Arabi che discorrevano insieme, avvicinaronsi al luogo dove Delileh si trovava. — D’onde venite?» diceva l’uno. — Da Bagdad,» l’altro rispondeva. — E che vi faceste? — Ho mangiato squisite focacce col miele. — Ebbene» rispose il primo, ch’era un Beduino, «voglio anch’io andare una volta sola a Bagdad, dove non sono mai stato, se non altro per mangiarvi di quegli eccellenti pasticci col miele che non ho mai assaggiati in vita mia.» Sì discorrendo, giunsero vicino al palo al quale era legata Delileh. — Che fate là?» le chiese il Beduino. — Mi metto sotto la vostra protezione, degno sceik arabo,» rispos’ella. — Bene, ma perchè v’hanno attaccata qui? — Voleva,» proguì essa, «vendicarmi d’una mia nemica, mercantessa di focacce col miele, e le sputai addosso. Essa si lagnò di me al vali, ed egli mi ha condannata a star legata a questo palo e rimanervi se non potessi mangiare dieci casse di focacce, tutte intiere. Devono venirmi a prendere allo spuntar del giorno, e sono