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michele steno 235

Per le provincie di terra ferma nuovamente aggregate alla repubblica troviamo un complesso di provvedimenti rivolti a regolare il corso dei valori usati nei territori di Verona e Vicenza ed a stabilire il rapporto colle monete veneziane e con quelle estere, che vi si trovavano in circolazione. Con un decreto del 14 febbraio 1404 (1405)1 si ordina, che in tutti i livelli, pensioni ed ogni altro debito, il grosso debba essere ricevuto per 3 soldi, il mezzanino per 1 soldo, ossia dodici denari, ed il soldo nostro (veneziano) per nove denari. Ciò dimostra che a Verona ed a Vicenza duravano la antica lira e l’antico soldo, mentre nei territori di Padova e di Treviso adoperavasi lo stesso conto e la stessa moneta di Venezia ridotta di un quarto all’epoca di Andrea Dandolo. Infatti la lira veronese valeva un terzo più della veneziana ed ebbe per lungo tempo tale valore, che fu ridotto in moneta effettiva nel bellissimo testone di Massimiliano imperatore, coniato in quella città, il quale pesa un terzo più del mocenigo: se ne conservò la memoria negli antichi contratti e nelle contabilità fino a mezzo il secolo XVII, come pure negli antichi libri di aritmetica e di commercio sempre nella stessa proporzione di quattro a tre2.

Nello stesso giorno3 si ordina ai massari la coniazione del mezzanino, il quale doveva pesare un terzo del grosso ed avere in proporzione il valore di 16 piccoli, moneta che fu richiamata in vigore per rappresentare il soldo veronese. Con altro decreto in pari data4 si ordina ai massari di fabbricare piccoli della stessa lega dei torneselli, in modo che da ogni marca se ne cavino 770 pezzi, 12 dei quali abbiano il valore di un soldo a Verona e Vicenza. Tale deliberazione corrisponde ai conti, che si trovano nel Capitolare delle Brocche nella data

  1. Documento XIX.
  2. Zanetti G. A. Nuova Raccolta delle Monete etc., opera citata Vol. IV, pag. 343, nota 190. — Piermaria Erbisti Osservazioni sopra le lire e monete veronesi, Argelati F. Parte II, pag. 46, — Mariani Tariffa perpetua, Venezia, Rampazzetto 1567.
  3. Documento XIX.
  4. Idem.