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14 origini della zecca

poc’anzi, e, benché debole, reca un raggio di luce. Ora invece entrano in lizza anche le monete, e al raccoglitore non è difficile di trovare i denari di Lodovico e di Lotario del peso e della bontà ordinati da Carlo Magno, perfettamente uguali a quelli di Pavia, di Milano, di Treviso e di Lucca, nei quali il nome di queste città è sostituto da quello di VENECIAS.

Ho già riportato più sopra il parere del Conte di S. Quintino, che cioè le monete tutte di Lodovico e di Lotario sieno uscite dalla zecca Palatina, e che quindi il nome di Venezia impresso su talune di esse non sia la prova di reale sovranità, ma solo della pretesa degli imperatori che questa città fosse ad essi legata da vincoli di sudditanza e di vassallaggio. Due quindi sono le questioni di cui dobbiamo occuparci, entrambe assai importanti e meritevoli di studio speciale. La prima è di sapere se effettivamente i denari di questa epoca sieno coniati tutti in una officina imperiale (in domo palatii) ovvero in varie zecche poste nelle città di cui portano i nomi: la seconda se il nome di una città come Venezia, che sino a Carlo Magno era stata considerata non appartenente all’impero d’occidente, sia stato segnato sulle monete solo per pretensione ossia per far mostra di un diritto contestato, ovvero, secondo le giuste regole internazionali, perchè Venezia avesse riconosciuto l’alto dominio imperiale e sovra di essa gli imperatori d’occidente avessero un diritto accettato da tutti, e dagli stessi Veneziani non impugnato.

Quanto alla prima di queste ricerche, l’opinione sostenuta con tanta acutezza di critica storica, con tanta delicata circospezione dal S. Quintino, fu oggetto di discussioni fra i numismatici italiani e forestieri, ebbe difensori valenti, ma fu combattuta da quelli che desideravano assicurare una origine così illustre alle zecche dei loro prediletti, e di cui distruggeva i sistemi architettati con tanta cura. Ora questi naturali avversari hanno trovato un ajuto tanto poderoso quanto insperato nel dotto illustratore della zecca di Pavia, il quale ritiene che i denari di Lodovico e di Lotario sieno battuti nelle città di cui por-