Pagina:Le monete di Venezia.pdf/409

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392 appendice ii.

si rileva dalla rubrica XI del loro capitolare 1 che dice: Item semo tegnudi de far far segno in la moneda, la qual nu faremo far azò che lo sia cognosudo che la sia fata a lo tempo delo nostro ficio de moneda, e quelo segno lo qual serà fato scrivere mo in ti nostri quaderni. Non ostante il maggior pregio del metallo, i massari all’oro non diedero a tale pratica minuziosa l’importanza che vi avevano accordata i loro colleghi preposti all’argento, per cui, tratte poche eccezioni, adottarono lo stesso segno ponendo sotto il gomito di S. Marco un punto rotondo, e solo raramente una crocetta. In tal modo, perduto lo scopo che aveva informato sifatto provvedimento, si finì per abbandonarne l’uso, e la moneta d’oro veneziana non ebbe alcun segno, tranne le doppie, gli scudi e loro frazioni coniate negli ultimi tempi, sui quali pezzi erano notate le iniziali dei massari.

Sarebbe molto interessante conoscere la spiegazione dei segni che si trovano sui grossi del XIV e XV secolo, ma ignoriamo i nomi dei massari, come pure la corrispondenza dei segni. Anche la spiegazione delle lettere ci riesce incompleta, perchè gli elenchi dei massari non cominciano se non tardi e, toltine i nomi che si trovano nei registri della Quarantia e del Segretario alle Voci, conviene cercar gli altri nei documenti e nei registri dove sono casualmente nominati.

Darò l’elenco che ho potuto compilare, alquanto più completo di quelli che furono stampati sin qui, notando la fonte dove ho trovato la notizia e le iniziali stampate sulle monete che corrispondono ai nomi dei massari.


  1. Biblioteca Papadopoli. Capitolare dei massari all’oro, carte 5 tergo.