Pagina:Le murate di Firenze, ossia, la casa della depravazione e della morte.djvu/42

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Niun figlio maschio aveva questo signore, bensì quattro figlie che eran già fatte nubili. Come eredi di un così vasto e ricco patrimonio, queste signorine ebbero molti pretendenti e richieditori. Il padre che non aveva altro occhio in capo che questo ladro, a lui commise di scegliere fra i richiedenti quelli che meglio giudicasse convenire a ciascuna delle figlie. Costui assunse volentieri l’impegno, acutamente e scaltramente avvisando che questo affare gli potesse gittar buono. Niun pensiero si diede di censurare le qualità e il carattere dei mariti che voleva proporre alle padrone, bastava che essi non si negassero alle di lui pretensioni e interessate mire, ed erano ottimi. Guidato da solo spirito di interesse mercanteggiò queste giovani nel più iniquo e infame modo, prezzolandole ad una ad una secondo lo lor gioventù e avvenenza. Matrimoni combinati con intendimento così scellerato, non potevano riuscire a bene, e fu così. Quelle disgraziate signorine furono sacrificate e congiunte ad uomini, che non potevano farle, come non le fecero, contente.

Tre morirono ben presto di crepacuore; la quarta potè durarla un po’ di più, perchè di carattere più fermo, di complessione più robusta. Unica sopravvisse al padre, ma dovè essa pura soccombere alle stranezze continue, alle crudeli e barbare pressure di un marito fantastico, disumano, empio, e di angoscia morire.

Il padre, veduta la deplorabil riuscita di questi matrimoni, venne in sospetto che questo perfido lo avesse tradito, e che abusando della sua illimitata fiducia che esso in lui aveva posto, sacrificato avesse per abbominevole interesse e padre e figlie. Diffidato allora lo tenne d’occhio, lo scrutinò attentamente nell'amministrazione affidatagli, e si accorse, ma troppo tardi, che rubava a doppia mano.