Pagina:Le opere di Galileo Galilei III.djvu/272

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contro il moto della terra. 271

il girare d’essa mole terrena, poi che l’aria non gonfierebbe quelle, non andando più velocemente che si vada la stessa Terra, se ella si movesse. Dicasi perciò, signori Copernici, che né l’aria né la Terra circolarmente si muovano, e che vanità delle vanità sarebbe l’imaginarselo, non che l’affermarlo.

7. Ma, di grazia, e sia la settima ragione contro la mobilità della Terra, cerchiamo da coloro che sostentano cotale opinione, in che modo il primo mobile muova quella circolarmente intorno al Sole, e in qual maniera ella si rivolga in sé stessa, girando circa il suo centro sopra la propria asse.

Diranno primieramente, che, essendo tutte le celeste sfere e i corpi delli elementi l’uno all’altro contiguo, sì che le superficie di ciascuno vicendevolmente si trovano, movendosi il primo mobile che tutti questi altri corpi contiene, è necessario, che ancora essi si muovano, rapiti dal moto di quello, girando intorno al Sole, che è locato nel centro del Mondo immobilmente. Ma per che noi abbiamo provato che l’aria, che é corpo sottile, raro e flussibile, non ha possanza di portar seco i corpi gravi e sodi, quindi è che vana e lontanissima da ogni verisimile é questa opinione: tanto più che, non solamente il corpo aereo é mezzano tra la Terra ed il Cielo, che son corpi sodi, ma vi sono ancora l’acqua e ’l fuoco, che, per essere della natura dell’aria, cioè flussibili e cedenti, non potrà mai il primo mobile col suo rapido corso rapire anco la Terra, e seco girarla uniformemente; ricercandosi a ciò fare, non solo il contatto di tutti questi corpi, ma che siano sodi, e non ceda l’uno all’altro il passaggio senza volgersi con quello. Anzi da questo si conchiude, che, se il Cielo della Luna si girasse intorno al Sole, la Terra infallibilmente toccherebbe la superficie concava di esso Cielo; poi che l’acqua, l’aria e ’l fuoco già le averebbon ceduto luogo, come corpi che resister non possono e farle ostacelo. Buon per noi, se ciò fusse vero, perché, toccandosi il Ciel con le mani, poca briga sarebbe il saltarvi su, e chi poi ne scendesse averebbe del balordo.

Qualche sottile ingegno, avezzo a squartare gli zeri, dirà che per altra via si dee provar che la Terra si muova, ed é, che mentre il primo mobile rapisse gli altri Cieli col Ciel della Luna, conseguentemente il centro d’esso Cielo, che è dove la Terra, si gira anch’egli intorno al Sole: onde la terrena mole, che non può star fuor del suo luogo, si muove al moto d’esso centro secondandolo; e così non vi è necessario il contatto d’altro corpo solido che la muova.

e mare, né meno per servirsi di lui, ma per usare il moto secondario, particolare ed accidentario di alcune parti dell’aria, detto vento. Perchè voi ancora direte, che naturai costituzione è che l’aria quieti insieme con la Terra e col mare, quanto alla ragione universale: per accidente poi occorre, che qualche parte dell’aria in alcuni luoghi si muova, e di questa si servono i naviganti.