Pagina:Le opere di Galileo Galilei VI.djvu/51

Da Wikisource.

delle comete 45

sua potenza vi si smarrisca. Onde, essendo molto limitata la licenza d’estrarre da così ricco sacrario alcuna gioia di qualche notizia, quelli che qualcheduna ce ne hanno arrecato, deono, come fortunati e dispensatori magnifici, esser tenuti in grande stima: si come deono essere ancora scusati, se la scarsità del tempo che è loro stato permesso di dimorare in tal luogo, non ha loro lasciato, quanto bisognava, scerre le cose migliori dalle peggiori, sì che talora, in vece della ragion d’un effetto che avevamo 1





neva, se non perchè niuna cosa a caso o inavvertentemente proferissero: e di qui è che e’ non sono stati mai convinti del tutto di falsità, se non dove altramente maggior lume che ’l naturale ne persuade, e che la lor dottrina è da molte dotte persone seguitata e tenuta per vera.

Questa maturità si deve usare nel determinare la cagione di qualunque effetto, per noto e famigliare che egli ci sia, ma molto più nelle lontane e nelle celesti, e spezialmente se elle 2 ànno in loro alcuna novità. Ma egli avviene, per mio avviso, tutto ’l contrario: perchè non solamente niuno ci ha così soro e grosso che non erga al cielo gli occhi e la mente, quando alcuno o splendore o prodigio nuovo v’apparisce, ma né anco le penne si possono contenere, anzi vogliono con la vista di velocità gareggiare; né si tosto si è qualche novità veduta, che, quasi ella fusse molto avanti preveduta, escono in luce scritture, le quali il più delle volte non meno son mostruose e prodigiose che ’l loro3 suggetto. È spenta affatto la stirpe di quel Nino, re d’Assiria, d’animo cotanto abbietto e vile, il quale, non che le novità, ma, come referisce Ateneo essere nell’epitaffio di lui registrato,

Unqua non vide stelle
Nè forse al cielo il suo pensier rivolse.

Io non ho bisogno, prova di ciò, di ricorrere all'antichità per esempli. Non ha molt’anni che nobile ingegno della nostra patria e della nostra Accademia scoperse intorno a Giove rivolgersi quattro stelle non più vedute, osservò la Luna esser montuosa e scoscesa, la Via Lattea dell’aggregato di innumerabili minutissime stelle esser formata e composta; né sì tosto celeste messaggio ne ebbe dato avviso al mondo, che si videro di cotal materia pubblicati in gran copia discorsi e libri, ma così sconci e

  1. La stampa: avevano.
  2. «nelle lontane e nelle celesti» e «elle» sono sottolineati, e di mano di Galileo è sostituito «ne i lontani e ne’ celesti» e «gl’».
  3. «loro» è stato corretto, probabilmente dal revisore, in «lor».