Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/275

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giornata seconda 267

al suo centro, le parti più remote descrivono cerchi maggiori, e le più vicine gli descrivono nell’istesso tempo minori.

Simp. Quare quae aequinoctiali propiores in maiori, quae remotiores in minori, circulo feruntur?

Salv. Per immitar la sfera stellata, nella quale le più vicine all’equinoziale si muovon in cerchi maggiori che le più lontane.

Simp. Quare pila eadem sub aequinoctiali tota circa centrum Terrae ambitu maximo, celeritate incredibili, sub polo vero circa centrum proprium gyro nullo, tarditate suprema, volveretur?

Salv. Per immitar le stelle del firmamento, che farebbon l’istesso se ’l moto diurno fusse loro.

Simp. Quare eadem res, pila v. g. plumbea, si semel Terram circuivit descripto circulo maximo, eamdem ubique non circummigret secundum circulum maximum, sed translata extra aequinoctialem in circulis minoribus agetur? (16)

Salv. Perchè così farebbero, anzi pure hanno fatto in dottrina di Tolomeo, alcune stelle fisse, che già erano vicinissime all’equinoziale e descrivevan cerchi grandissimi, ed ora, che ne son lontane, gli descrivon minori.

Sagr. Oh s’io potessi tenere a mente tutte queste belle cose, mi parrebbe pur d’aver fatto il grand’acquisto! Bisogna, signor Simplicio, che voi me lo prestiate questo libretto, perchè egli è forza che perentro vi sia un mare di cose peregrine ed esquisitissime.

Simp. Io ve ne farò un presente.

Sagr. Oh questo no, io non ve ne priverei mai. Ma son finite ancora le interrogazioni?

Simp. Signor no; sentite pure: Si latio circularis gravibus et levibus est naturalis, qualis est ea quae fit secundum lineam rectam? nam si naturalis, quomodo et is motus qui circum est, naturalis est, cum specie differat a recto? si violentus, quî fit ut missile ignitum, sursum evolans, scintillosum caput sursum a Terra, non autem circum, volvatur, etc.?.

Salv. Già mille volte si è detto che il moto circolare è naturale del tutto e delle parti, mentre sono in ottima disposizione: il retto è per ridurr’all’ordine le parti disordinate; se ben meglio è dire che mai, nè ordinate nè disordinate, non si muovon di moto retto, [Del moto misto, noi non veggiamo la parte circolare, perchè di quella iamo partecipi.]ma di un moto misto, che anco potrebb’esser circolare schietto; ma a noi resta visibile e osservabile una parte sola di questo moto misto,