Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/358

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350 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

e questo avvicinamento ed allontanamento importa tanto, che Marte vicino si vede ben 60 volte maggiore che quando è lontanissimo. Di Venere poi e di Mercurio si ha certezza del rivolgersi intorno al Sole dal non si allontanar mai molto da lui e dal vedersegli or sopra ed or sotto, [La mutazion di figure in Venere argomenta, il suo moto esser intorno al Sole.
La Luna non può separarsi dalla Terra.]
come la mutazion di figure in Venere conclude necessariamente. Della Luna è vero che ella non si può in verun modo separar dalla Terra, per le ragioni che più distintamente nel progresso si produrranno.

Sagr. Io mi aspetto d’aver a sentir cose ancor più meravigliose, dependenti da questo movimento annuo della Terra, che non sono state le dependenti dalla conversione diurna.

Salv. Voi non v’ingannate punto: perchè, quanto all’operar il moto diurno ne’ corpi celesti, non fu nè potette esser altro che il farci apparir l’universo precipitosamente scorrer in contrario; ma questo moto annuo, Moto annuo della Terra, mescolandosi con i moti de gii altri pianeti, produce apparenze stravaganti.mescolandosi con i moti particolari di tutti i pianeti, produce moltissime stravaganze, le quali hanno fatto sin ora perder la scherma a tutti i maggiori uomini del mondo. Ma ritornando alle prime apprensioni generali, replico che il centro delle celesti conversioni de i cinque pianeti, Saturno, Giove, Marte, Venere e Mercurio, è il Sole; e sarà del moto della Terra ancora, se ci succederà di metterla in cielo. Quanto poi alla Luna, questa ha un moto circolare intorno alla Terra, dalla quale (come ho già detto) in modo alcuno non si può separare; ma non però resta ella d’andare intorno al Sole insieme con la Terra co ’l movimento annuo.

Simp. Io non resto ancora ben capace di questa struttura; e forse co ’l farne un poco di disegno s’intenderà meglio, e più agevolmente si potrà discorrere intorno ad essa.

Salv. E così sia: anzi, per vostra maggior sodisfazione e meraviglia insieme, voglio che voi stesso la disegniate, e veggiate come, non credendo d’intenderla, ottimamente la capite; e solo co ’l risponder alle mie interrogazioni la descriverrete puntualmente. Pigliate dunque un foglio e le seste: e sia questa carta bianca l’immensa espansione dell’universo, nella quale voi avete a distribuire ed ordinar le sue parti conforme a che la ragione vi detterà. E prima, essendo che senza mio insegnamento voi tenete per fermo la Terra esser collocata in questo universo, però notate un punto a vostro beneplacito, intorno al quale voi intendete ella esser collocata, e contrassegnatelo con qualche carattere.