Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/415

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giornata terza. 407

obliquo al piano dell’eclittica secondo l’inclinazion dell’asse che lo descrive, che aviamo detto esser gradi 23 e mezo, la quale, conservandosi perpetuamente l’istessa (se non quanto in molte migliaia di anni fa qualche piccolissima mutazione, che al presente negozio niente importa), fa che ’l globo terrestre nè più s’inclina già mai [L'orbe della Terra già mai non s'inclina, ma immutabilmente si conserva.]nè si solleva, ma immutabile si conserva: dal che ne séguita che, per quanto appartiene alle mutazioni da osservarsi nelle fisse, dependenti dal solo movimento annuo, l’istesso accaderà a qualsivoglia punto della superficie terrena, che all’istesso centro della Terra; e però nelle presenti esplicazioni ci serviremo del centro, come di qualsivoglia punto della superficie. E per più facile intelligenza del tutto, ne disegneremo le figure lineari: e prima segniamo nel piano dell’eclittica il cerchio ANBO, ed intendiamo i punti A, B essere gli estremi verso borea e verso austro, cioè il principio di Cancro e di Capricorno, ed il diametro AB prolunghiamolo indeterminatamente per D e C verso la sfera stellata: dico ora, primieramente, che niuna delle stelle fisse poste nell’eclittica, per qualsivoglia mutazion fatta dalla Terra per esso piano dell’eclittica, varierà mai elevazione, ma sempre si scorgerà nella medesima superficie; ma bene se gli avvicinerà ed allontanerà la Terra per tanto spazio quanto è il diametro dell’orbe magno. Il che sensatamente si vede nella figura: imperocchè, sia la Terra nel punto A o sia in B, sempre la stella G si vede per la medesima linea ABC; ma bene la lontananza BC si è fatta minore della CA per tutto il diametro BA: il più dunque che si possa scorgere nella stella C, ed in qualsivoglia altra posta nell’eclittica, è la accresciuta o diminuita apparente grandezza, per l’avvicinamento o allontanamento della Terra.

Sagr. Fermate un poco, in cortesia, perchè sento non so che scrupolo che mi dà fastidio, ed è questo. Che la stella C venga veduta per la medesima linea A B C tanto quando la Terra sia in A quanto se ella sia in B, l’intendo benissimo; come anco di più capisco che l’istesso avverrebbe da tutti i punti della linea A B, mentre che la Terra passasse da A in B per essa linea; ma passandovi, come si suppone per l’arco A N B, è manifesta cosa che quando ella sarà nel