Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/679

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di antonio rocco. 671


necessità che, quando ciò sia, si abbian da far mutazioni ne gli orti e ne gli occasi delle stello fisso, conio a suo luogo dichiarerò; però lasciamo per ora la risposta in pendente.» Sin qui voi.

Or vi rispondo, prima negandovi che egli erri nell’assunto, mentre dice ch’ ogni corpo che si move circolarmente, è necessario che si mova di duo moti, eccetto la prima sferapostille 1; ed a voi toccherebbe mostrar la cagione dell’errore, avendo egli altrove assignata la ragione di quanto dice, cioè che per il moto proprio, e per la participazion del primo, ciò sia necessario, etc. È anco falsa la vostra consequenza, mentre dite «Dunque, quando non fusse necessario attribuirlo io altro che una lazion sola, non avresti per impossibile che ella si movesse etc» conciosiachè esso Aristotile, nell’ottavo della Fisica, nel secondo del Cielo o nella sua Metafisica ancora, ha provato, il primo mobile essere un de’ corpi celesti in cui risiedE il primo motore, che porta seco innumerabili corpi divini, che esso intende per le stelle, onde resta manifesto che la Terra non sia ella il primo mobile; e perciò segue ottimamente, che se circolarmente si movesse, si moverebbe di due moti, come occorre dE gli altri corpi che in giro parimente si movono; il che non essendo vero, seguita che ella non abbia il movimento circolare.

E che non sia vero che di due moti si mova, lo prova per l’uniformità dell’apparenze nelle stelle fisse: ed a voi toccherà provare che queste uniformità divengano altronde, col moto della Terra; che sin ora non avete fatto cosa alcuna.

Prova dunque Aristotile in diversi luoghi, all’occasioni opportune, che la Terra non può aver moto alcuno circolare, ed ora, al proposito del suo discorso, duo n’esclude insieme, che potrebbono per imaginazione attribuirsele: or vedete qual fallacia e qual contradizzione egli mostra! L’impugnazione dell’altra posizione l’aspetterò nel luogo ove la promettete: fra tanto però non posso passar con silenzio un punto logicale. Dite che l’argomento d’Aristotile quanto alla forma ò concludente, ma pecca in materia, cioè che, conceduto che la Terra si mova, e di due lazioni etc., non segue di necessità etc.: chiamate materia sillogistica la consequenza; forma, le premesse: or chi ha udito mai che le premesse siano forma o pertinenti alla forma del sillogismo, e la conseguenza materia o alla materia spettante?

3. Al terzo argomento dite di aver risposto: però si veda quel che avete detto voi ed io; e si vedrà se avete risposto in effetto, o no. Veniamo per tanto al quarto.

4. Era dunque il quarto fondato nella caduta di cosa grave a perpendicolo sopra la Terra, già che torna nell’istesso punto, il che non potrebbe essere se la Terra si movesse, etc. Prima dite che si potrebbe negare che tali gravi cadenti descendano a perpendicolo, e che la sperienza istessa del senso, che ciò conosce,

  1. Questo animale vuol rispondere dove ei non intende nulla. E quando ho io mai detto che egli erri nell’assunto etc.?