Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/731

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di antonio rocco. 723


maiorem impetum habent  1 aut gravitatis aut levitatis, si quo ad alla similiter se habeant figuris, citius ferri per aequale spatium, et secundum rationem quarti habent magnitudines ad invicem: ed avendo, in altro luogo di sopra, detto quam habent gravitates, si vede apertamente che egli parla delle materie egualmente gravi in specie; perche aver la medesima proporzione in gravità che in grandezza, non accade se non a i corpi  2 di egual gravità in specie.

3. Oltre che (e sia per  3 il vostro terzo avvertimento) neanche le materie di diverse gravità in specie ritengono nelle velocità loro la proporzione de’ pesi, sì che una palla. v. g., d’oro, che pesasse 40 volte più di una di abete di mole eguale, deva muoversi quaranta volte più veloce di quella, passando un’altezza di 200 braccia nel tempo che l’altra a pena ne avesse scese cinque, onde l’oro avesse anticipato il legno di 195 braccia; perchè, Sig. Rocco mio, non solo non l’anteciperà di 195 nella scesa di 200 braccia, ma sicuramente nè anche di due  4, nè forse d’uno; e questo sì che vi giugnerà molto nuovo: ma se saranno della medesima materia, o di materie di egual gravità in specie, delle quali parla Aristotile, pesi pur l’una 40 libbre  5 e l’altra una sola, che nelle velocità saranno pari, se altra cagione che gravità non s’interpone.

4. E qui, per il quarto scandaglio, conviene esaminar la ritirata che voi fate in difesa d’Aristotile. E prima voi dite, che il ridursi, per assicurarsi del fatto, al farne  6  7 l’esperienza non è di momento alcuno, ma assai manchevole per il difetto del senso, perchè il tempo nel quale si passa lo spazio da i due gravi è così breve, che non può dalla vista, esser con sì fatte proporzioni diviso, etc. Ma, Sig. Rocco mio dolce, dato e non concesso che il tempo per la sua brevità non ammettesse una divisione nelle proporzioni delle velocità, conforme all’asserto d’Aristotile, questo che voi dite averebbe loco quando tal divisione si avesse a fare; ma io dico che non si ha a dividere  8 nè tempo nè spazio nò altro, perchè i due mobili cadenti percoteranno in Terra nell’istesso momento, nè il maggiore anticiperà il minore di due dita, cadendo anco dalla altezza di 200 braccia. Ed acciò che voi re-

  1. habent, V, L
  2. ne’ corpi, M; a corpi, L
  3. e serva per, L
  4. braccia nella scesa di 200, ma sicuramente nè anche di due, V; braccia nella scesa di 200, perchè, Sig. Rocco mio, l’oro in tale scesa non anticiperà l’abeto di 195 braccia, ma nè anche di 2, L
  5. l’una 400 libbre, L
  6. il ridursi ad assicurarsi del fatto con farne, L
  7. a farne, M
  8. ha da dividere, M, L