Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/745

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di antonio rocco. 737


mente si perturba; la quale, continuando  1 di crescere la velocità e però anco la resistenza del mezzo, si riduce finalmente a egualità  2, che poi perpetuamente si mantiene. Il medesimo accade ancora ai mobili men gravi; ma questi, come superanti con minore eccesso la gravità  3 del mezzo, maggiormente vengono impediti, ed in più breve tempo ridotto il lor moto accelerato ad equalità  2: onde l’altro mobile più grave, che più tardi finisce la sua accelerazione, si trova avere anticipato il men grave, ed avere acquistato grado maggiore di velocità; perlochè, continuando  4 amendue di moversi di movimenti ciascuno per sè stesso uniforme, ma questo più  5 veloce di quello, crescendo il tempo e gli spazii che conseguentemente vengono passati, cresce  6 ancora la distanza tra mobile e mobile, e sempre con l’istessa proporzione  7. Ma perchè il parlare così in universale è alquanto oscuro per esser ben capito dal Sig. Rocco, ed io desidero di essere inteso, acciò che ei 1non si abbia a dibattere in vano per contradirmi, come ben cento e più volte ha già fatto in questa sua operetta, solo per non avere inteso le cose scritte da me, voglio esemplificarli e dilucidargli con un raccolto parlare il mio concetto.

Son dunque, Sig. Rocco, d’oppinione, che pigliando qualsivoglia mobile grave, come, per esempio, tre palle, una di legno, una di pietra e l’altra di piombo, che pesassero, di gravità assoluta, la pietra 4 volte più del legno, ed il piombo 3 volte più della pietra, sono, dico, d’oppinione, che, venendo da qualsivoglia altezza, si moverebbono con i medesimi gradi di velocità per appunto; talchè, partite dalla quiete nell’istesso tempo, si troverebbono sempre di conserva negli stessi momenti  8, tanto nella distanza di 10 braccia dal primo termino, quanto nella distanza delle 100 e delle 1000, e così in tutte le altre; e ciò seguirebbe quando se gli potesser levare gl’impedimenti del mezzo: ma se il mezzo, quale nel nostro caso sia, v. g., l’acqua, so sara più grave del legno, la palla di tal materia non solamente verrà ritardata nello scendere, ma del tutto impedita, e dal peso dell’ambiente estrusa insù, nel modo che tutte le materie comunemente credute leggiere si muovono in su per estrusione, e non in altra maniera, Sig. Rocco. Ecco dunque l’impedimento massimo. Alla pietra poi ed al piombo ritarda l’acqua la loro assoluta velocità, la quale

  1. continovando, M
  2. 2,0 2,1 equabilità, L
  3. superati con minore eccesso dalla gravità, M, L, F
  4. velocità; parlo che continovando, M
  5. ma quanto più, M
  6. accrescie, M
  7. mobile con l’ stessa proporzione e sempre, L, F
  8. istessi movimenti, F