Pagina:Le opere di Galileo Galilei VIII.djvu/41

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ALLO ILLUSTRISSIMO SIGNORE

IL SIGNORE

CONTE DI NOAILLES

CONSIGLIER DI SUA MAESTÀ CRISTIANISSIMA, CAVALIER DELL’ORDINE DI SANTO SPIRITO, MARISCALCO DE’ SUOI CAMPI ED ESSERCITI, SINISCALCO E GOVERNATORE DI ROERGA E LUOGOTENENTE PER SUA MAESTÀ IN OVERGNA, MIO SIGNORE E PADRONE COLENDISSIMO.


Illustrissimo Signore,


Riconosco per uno effetto della magnanimità di V. S. Illustrissima quanto gli è piaciuto disporre di questa opera mia; non ostante che (come ella sa), confuso e sbigottito da i mal fortunati successi di altre mie opere, avendo meco medesimo determinato di non esporre in pubblico mai più alcuna delle mie fatiche, ma solo, acciò del tutto non restassero sepolte, essendomi persuaso di lasciarne copia manuscritta in luogo conspicuo al meno a molti intelligenti delle materie da me trattate, e per ciò avendo fatto elezzione, per il primo e più illustre luogo, di depositarle in mano di V. S. Illustrissima, sicuro che, per sua particolare affezzione verso di me, averebbe avuto a cuore la conservazione de’ miei studii e fatiche; e per ciò nel suo passaggio di qua, ritornando dalla sua ambasciata di Roma, fui a riverirla personalmente, sì come più volte avevo fatto per lettere; e con tale incontro presentai a V. S. Illustrissima la copia di queste due opere che allora mi trovavo avere in pronto, le quali benignamente mostrò di gradire molto e di essere per farne sicura conserva, e, col participarle in Francia a qualche amico suo, perito di queste scienzie, mostrare che, se bene tacevo, non però passavo la vita del tutto