Pagina:Le rime di M. Francesco Petrarca I.djvu/278

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PARTE 195

Oïmè, terra è fatto il suo bel viso,
35Che solea far del cielo
Et del ben di lassù fede fra noi;
L’invisibil sua forma è in paradiso,
Disciolta di quel velo
Che qui fece ombra al fior degli anni suoi,
40Per rivestirsen poi
Un’altra volta, et mai più non spogliarsi,
Quando alma et bella farsi
Tanto più la vedrem, quanto più vale
Sempiterna bellezza che mortale.
45Più che mai bella et più leggiadra donna
Tornami inanzi, come
Là dove più gradir sua vista sente.
Questa è del viver mio l’una colomna,
L’altra è ’l suo chiaro nome,
50Che sona nel mio cor sì dolcemente.
Ma tornandomi a mente
Che pur morta è la mia speranza, viva
Allor ch’ella fioriva,
Sa ben Amor qual io divento, et (spero)
55Vedel colei ch’è or sì presso al vero.
Donne, voi che miraste sua beltate
Et l’angelica vita
Con quel celeste portamento in terra,
Di me vi doglia, et vincavi pietate,
60Non di lei ch’è salita
A tanta pace, et m’à lassato in guerra:
Tal che s’altri mi serra
Lungo tempo il camin da seguitarla,
Quel ch’Amor meco parla,
65Sol mi ritien ch’io non recida il nodo.
Ma e’ ragiona dentro in cotal modo:
- Pon’ freno al gran dolor che ti trasporta,
Chè per soverchie voglie
Si perde ’l cielo, ove ’l tuo core aspira,