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36 Schiaparelli, N.° IX.

permetto di esprimere un parere contrario a quello dell’egregio espositore di Teone; perchè: 1.° Dercillide in nessun luogo accenna alla identità della ippica colla sua pretesa elica piana. 2.° Questa è derivata per sviluppo cilindrico, non già dalla elica Platonica, ma dal solo e semplice circolo obliquo dello zodiaco, onde la sua funzione è perfettamente identica a quella di questo circolo, ed essa non spiega gli erramenti dei pianeti più che questo circolo non faccia. 3.° Non si comprende come l’ippica planetaria, che è una curva essenzialmente sferica e rientrante in sè medesima, possa identificarsi alla elica piana di Dercillide, la quale è indefinita. 4.° Eudosso non ha potuto impiegare per le sue ipotesi una linea, che non presenta alcun mezzo di spiegare le retrogradazioni dei pianeti; infatti il corso nella sinusoide è sempre diretto, e non mai retrogrado. 5.° Per quanto io sappia, la sinusoide non ha, per la sua forma, alcun titolo speciale ad esser denominata curva ippica. 6.° Finalmente, essa non può identificarsi colla ippopeda d’Eudosso per la semplice ragione, che i movimenti delle sfere planetarie, così chiaramente descritti da Aristotele e da Simplicio, non possono produrla in alcuna maniera. — Io credo piuttosto, che Dercillide, con quella sua digressione affatto fuor di luogo sopra una curva inutilissima per l’astronomia, abbia voluto far pompa di sapere geometrico, anzi che esporre la natura della linea ippica, la quale egli non intendeva bene. Epperciò la citazione che Dercillide fa, dell’opinione di coloro, i quali volevan derivare gli erramenti dei pianeti dalle linee elicoidi e simili all’ippica rimane per noi sommamente preziosa e confermativa delle cose in questo articolo dichiarate, sebbene il filosofo Platonico co’ suoi commenti fuor di luogo ne abbia reso il senso alquanto oscuro.


VI. Teorie speciali dei Pianeti secondo Eudosso.

Nelle antiche teorie planetarie, gli elementi più importanti erano la durata della rivoluzione zodiacale e quella della rivoluzione sinodica. Simplicio ci ha conservato questa parte delle teorie planetarie di Eudosso, ma, a quanto sembra, soltanto in numeri rotondi: perchè delle rivoluzioni zodiacali le durate sono assegnate in anni intieri, e delle rivoluzioni sinodiche in mesi, e in decine di giorni. Supponendo che i mesi qui designati siano di 30 giorni ciascuno, abbiamo la seguente tavola, dove, per comodo di paragone, a lato dei numeri antichi furono apposti i risultamenti dei moderni.

rivoluzioni sinodiche rivoluzioni zodiacali
Pianeta
d’Eudosso. moderne. d’Eudosso. moderne.
Saturno giorni 390 giorni 378 anni 30 anni 29 giorni 166
Giove 
390 399
 
12 11 315
Marte 
260 780
 
2 1 322
Mercurio 
110 116
 
1 1 0
Venere 
570 584
 
1 1 0

Sebbene la qualità dei numeri mostri, che in essi non si intendeva dar altra cosa che un’idea grossolana di quei periodi, pure vediamo già in questi primi saggi delle teorie planetarie dei Greci una discreta approssimazione, quale era allora difficile ottenere dalle osservazioni di un sol uomo1. Nel papiro di Eudosso si trova indicata la rivoluzione sinodica


  1. Conviene eccettuare la rivoluzione sinodica di Marte, di cui parleremo più sotto. Un singolare effetto della poca attenzione e dell’apatia, con cui generalmente furono considerate le ipotesi astronomiche di Eudosso, si può vedere presso lo stesso accuratissimo Schaubach, il quale nella sua Storia dell’Astronomia Greca prima d’Eratostene, discutendo i numeri qui sopra riferiti, sembra ignorare affatto che la prima