Pagina:Le sfere omocentriche.djvu/66

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54 schiaparelli, N.° IX.


2. Ad Eudosso dunque, ed a quelli che furono prima di lui, pareva il Sole moversi di tre movimenti, cioè di quello che segue la rivoluzione delle fisse da oriente in occidente, del moto che conduce secondo l’ordine inverso per i dodici segni, e d’un terzo movimento laterale rispetto al circolo mediano dello zodiaco; il qual ultimo fu concluso da questo, che il Sole nei solstizj estivi ed invernali non sorge sempre dal medesimo luogo1. Per questo Eudosso stabilì, il medesimo esser portato da tre sfere, che Teofrasto chiama ἀνάστρους (prive di stelle), perchè non portano alcuna stella, connessa ciascuna con le inferiori, e condotta in giro dalle superiori. Perchè, essendo il Sole animato da tre movimenti, era impossibile farlo muovere in contrarie parti da una sola ed identica sfera; essendo che nè il Sole, nè la Luna, nè gli altri pianeti si muovono da loro medesimi, ma vanno in giro fissati sopra un corpo circolare. Veramente, se il giro del movimento in longitudine si facesse nel medesimo tempo, che la digressione secondo la latitudine, sarebbero sufficienti due sfere: una pel moto, secondo le fisse da oriente in occidente; l’altra girante intorno ad un asse fissato nella prima perpendicolarmente al circolo obliquo, lungo il quale apparirebbe il Sole fare il suo cammino. Così non essendo le cose, e tal circolo essendo percorso in un tempo diverso da quello in cui si restituiscono le digressioni in latitudine, è necessario supporre ancora una terza sfera, affinchè a ciascuno dei fenomeni osservati abbiasi un corrispondente movimento. Così dunque, avendosi tre sfere concentriche fra loro e concentriche all’universo, (Eudosso) suppose che la più esterna giri intorno ai poli del mondo nello stesso senso che la sfera delle fisse, compiendo la sua rivoluzione nel medesimo tempo: che la seconda, minore della prima e maggiore della terza, giri da occidente verso oriente intorno ad un asse, come abbiam detto, perpendicolare al piano del circolo che passa per lo mezzo dello zodiaco; e che l’ultima e più piccola di tutte sia anch’essa condotta in giro nel medesimo senso che la seconda, ma intorno ad un altro asse immaginato perpendicolarmente al piano d’un certo circolo massimo ed obliquo, che il Sole si suppone descrivere col proprio centro, portato com’è dalla sfera minore di tutte, nella quale è fissato. E il ritardo prodotto da questa sfera (Eudosso) suppone di gran lunga più lento, che quello prodotto dalla sfera che la contiene, ed è media di posizione e di grandezza: com’è chiaro dalla Memoria che egli scrisse intorno alle velocità (περὶ ταχῶν). Ora, la maggiore delle tre sfere, nel suo moto con cui accompagna le fisse, rivolge anche le altre due, per questo ch’essa in sè porta i poli (della seconda), e la seconda sfera quelli della terza, a cui è attaccato il Sole. Similmente (la seconda) avendo in sè i poli (della terza), la fa girare del proprio moto, e con essa anche il Sole; onde questo sembra girarsi dall’orto all’occaso. Che se le due sfere media2 e minima fossero per sè stesse immobili, il Sole si moverebbe di moto esattamente uguale ed isocrono alla rivoluzione (diurna) dell’Universo. Ma rivolgendosi quelle due in direzione contraria, il ritorno del Sole da un levare al levare consecutivo ritarda rispetto al tempo sopradetto. E tanto basti del Sole.

3. Rispetto alla Luna, le cose furono (da Eudosso) ordinate parte in modo simile, parte in modo diverso. Anch’essa è portata da tre sfere, perchè anche in essa furono osservati tre movimenti. Di esse, una si muove similmente al moto delle fisse; l’altra gira in senso inverso alla


    autori posteriori a lui. Ho evitato nella presente Memoria questa designazione, come quella che presenta qualche ambiguità, avendo Aristotele (v. qui sopra Appendice I) designato col medesimo nome quella classe speciale di sfere da lui aggiunte, che servono a distruggere i movimenti delle altre. Noi indicheremo sempre col nome di deferenti le sfere motrici: con quello di restituenti o reagenti quelle aggiunte da Aristotele: col nome generale di omocentriche o di revolventi l’insieme delle une e delle altre, come nel corso della Memoria si è fatto.

  1. Sottintendi dell’orizzonte.
  2. Leggo μέση col Brandis. Karsten ha μεγίστη, ciò che è senza dubbio erroneo.