Pagina:Leonardo - Trattato della pittura, 1890.djvu/127

Da Wikisource.
a 110] trattato della pittura - parte seconda 53

107. Difetto de’ pittori che ritraggono una cosa di rilievo in casa a un lume, e poi la mettono in campagna ad altro lume.

Grande errore è di quei pittori, i quali spesse volte ritraggono una cosa di rilievo a un lume particolare nelle loro case, e poi mettono in opera tal ritratto a un lume universale dell’aria in campagna, dove tal aria abbraccia ed illumina tutte le parti delle vedute a un medesimo modo; e così costoro fanno ombre oscure dove non può essere ombra, e se pure essa vi è, è di tanta chiarezza, che è insensibile:1 e così fanno i riflessi dove è impossibile siansi veduti.


108. Della pittura e sua divisione.

Dividesi la pittura in due parti principali, delle quali la prima è figura, cioè la linea che distingue la figura de’ corpi e loro particole; la seconda è il colore contenuto da essi termini.


109. Figura e sua divisione.

La figura de’ corpi si divide in due altre parti, cioè: proporzionalità delle parti infra loro, le quali sieno corrispondenti al tutto, e movimento appropriato all’accidente mentale della cosa viva che si muove.


110. Proporzione di membra.

La proporzione delle membra si divide in due altre parti, cioè: qualità e moto.2 Per qualità s’intende, oltre alle misure corrispondenti al tutto, che tu non mischi le membra de’ giovani con quelle de’ vecchi, nè quelle de’ grassi con quelle de’ magri, nè le membra leggiadre con le inette; ed oltre di questo, che tu non faccia a’ maschi membra femminili. Per moto s’intende che le attitudini ovvero movimenti de’ vecchi non sieno fatti con quella medesima vivacità che si converrebbe a quelli de’ giovani; nè anche i movimenti d’un piccolo fanciullo sieno fatti come quelli d’un giovane, e quelli della femmina come quelli del maschio.3 Non far atti che non sieno compagni dell’atteggiatore; cioè all’uomo di gran valetudine, che i suoi movimenti lo manifestino e così l’uomo di poco valore faccia il simile co’ movimenti invalidi e balordi, i quali minaccino ruina al corpo che li genera.


  1. In altre edizioni: «quasi impercettibile».
  2. Nell’edizione viennese: «modo».
  3. Nell’edizione romana, 1817, si legge qui in seguito: «facendo che i movimenti e membri d’un gagliardo sieno tali, che in esse membra dimostrino essa valetudine».