Pagina:Leopardi, Giacomo – Canti, 1938 – BEIC 1857225.djvu/276

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suggestive, sono altra cosa, in quanto non ci si può rendere conto, assai spesso, dell’effettiva importanza che ogni mutamento ebbe per l’autore, né riconoscere quel che non è vissuto piú dell’attimo necessario a segnarlo sulla carta.

V

Vogliono una giustificazione anche le Notizie e congetture cronologiche che il lettore troverá dopo questa Nota. Gli autografi del Leopardi ci forniscono la data di diciassette poesie; per le altre ventiquattro che sono comprese nei Canti, le congetture a volte hanno un fondamento saldo, com’è il caso del Primo amore (di cui il Leopardi stesso ha permesso la datazione sicura col cosiddetto Diario d’amore delle «carte napoletane»), piú spesso sono assai vaghe. Studiosi del Leopardi anche molto noti, fra i quali basterá nominare il Mestica e Giulio Augusto Levi, hanno voluto dare determinazioni precise in ogni caso, senza riuscir quasi mai a convincere, e sovente anzi inducendo al sorriso. Anche le coincidenze con lo Zibaldone non possono dare che un terminus a quo, piuttosto inutile se si tenga presente che i pensieri registrati in Zib., 36 [«Sento dal mio letto suonare (battere) l’orologio della torre. Rimembranze di quelle notti estive, nelle quali, essendo fanciullo e lasciato in letto in camera oscura, chiuse le sole persiane, tra la paura e il coraggio sentiva battere un tale orologio...»] e 66 [«Io mi trovava orribilmente annoiato della vita e in grandissimo desiderio di uccidermi, e sentii non so quale indizio di male che mi fece temere in quel momento in cui io desiderava di morire; e immediatamente mi posi in apprensione e ansietá per quel timore».] soltanto dopo circa dieci anni si trasformarono nei vv. 50-55 e 104-113 delle Ricordanze. Questa circostanza, e l’incommensurabilitá evidente fra gl’incidenti della vita esteriore e l’ispirazione poetica, inducono a essere particolarmente prudenti. Degl’idilli, soltanto L’infinito e Alla luna sembrano risalire alla data (MDCCCXIX) che il Leopardi una volta pose in fronte a tutti. Per gli altri, bisogna accontentarsi di seguire l’elenco autografo che li divide fra gli anni 1819, 1820 e 1821, anche se è probabile che l’ordine di composizione sia quello suggerito dal manoscritto napoletano, che contiene successivamente: