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ORAZIONE

in morte della imperatrice

elena paleologina

Non sará egli cosa convenevole e giusta il rendere onore di lodi alla madre dei nostri imperatori e duchi, passata novamente di questa vita; o sará ella questa un’impresa agevole e proporzionata a qual che si sia lodatore? Non troveremo però che questa donna, tra quelle che furono collocate in pari grazio di fortuna, abbia molte pari; e non sono poche le virtú e gli ornamenti che di lei si possono ricordare. Diciamo, adunque ch’ella fu, di nazione, trace. La nazione dei traci è antica, e delle maggiori che sieno al mondo: io non dico solamente di quella di qua dal Danubio, le abitazioni della quale si distendono per insino dal mar Nero all’Italia; ma intendo parimente di quell’altra parte di lá dal Danubio, i quali favellano la medesima lingua che questi di qua, e tengono un tratto di paese che va infino all’oceano che è da quella banda, e infin presso a quel continente che per lo estremo del freddo è disabitato: ed anco questa parte è molta, e piú assai di quella di qua dal Danubio. Questa gente, per essere animosa e di non rozzo sentimento, non fu senza il suo pregio insino ab antico. Perocché colui che in Atene instituì quei misteri eleusini, il suggetto dei quali si era l’immortalitá dell’anima, fu Eumolpo trace; e da essi traci è fama che la Grecia apprendesse il culto delle Muse. Ora una gente usata di onorare le Muse, non può essere goffa né incólta; e cosí una che abbia