Pagina:Leopardi - Canti, Starita (corretta), Napoli 1835.djvu/52

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46 alla primavera

75Or vieni il rinascente anno cantando,
E lamentar nell’alto
Ozio de’ campi, all’aer moto e fosco,
Antichi danni e scellerato scorno,
E d’ira e di pietà pallido il giorno.

     80Ma non cognato al nostro
Il gener tuo; quelle tue varie note
Dolor non forma, e te di colpa ignudo,
Men caro assai la bruna valle asconde.
Ahi ahi, poscia che vote
85Son le stanze d’Olimpo, e cieco il tuono
Per l’atre nubi e le montagne errando,
Gl’iniqui petti e gl’innocenti a paro
In freddo orror dissolve; e poi ch’estrano
Il suol nativo, e di sua prole ignaro
90Le meste anime educa;
Tu le cure infelici e i fati indegni
Tu de’ mortali ascolta,
Vaga natura, e la favilla antica
Rendi allo spirto mio; se tu pur vivi,
95E se de’ nostri affanni
Cosa veruna in ciel, se nell’aprica
Terra s’alberga o nell’equoreo seno,
Pietosa no, ma spettatrice almeno.