Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/115

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DISSERTAZIONE SOPRA LA GRAVITÀ brerà forse assurda una siffatta proposizione imperocché di¬ rami’ essi si abbandonino alla |3ó| propria gravità un piccolo gra¬ no d’oro, ed una leggerissima piuma l’uno equivalente al peso dell’altra si vedrà, che in assai minor tempo di quest’ultima percorrerà il primo lo spazio prefisso, e che, per conseguenza molto maggiore sarà la gravità dell’oro di quella della piuma. Con un sì grande apparato di verità errano quelli, che voglion dimostrare la falsità dell’opposta proposizione. Osservino que¬ sti, a quanta maggior resistenza dell’aria è soggetta la piuma, la quale non ha le sue parti come l’oro raggruppate, e raccolte, e non è conseguentemente capace di rompere al par di questo, e con la stessa forza, e velocità l’impeto dell’aria, che per ogni parte l’investe, la penetra, l’obbliga a ritardare non poco il suo corso, e talvolta ancora dalla sua direzion la distoglie. Vedesi in¬ fatti che nel vacuo boyliano liberi dall’accennato impedimento, e l’oro, e la piuma percorrono nello stesso tempo lo spazio me¬ desimo. [37) La gravità è sempre uguale nei luoghi istessi della terra, ma nelle diverse posizioni diversa è ancora la forza di gravità come da Richer Accademico Parigino fu sperimentato nell'Isola Cajenna vicina all’equatore. Osservò egli, che un pendolo il 141