Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/245

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DISSERTAZIONE SOPRA LE VIRTÙ MORALI IN PARTICOLARE cadrebbe nel difetto della piacevolezza, mentre nell’eccesso trascorrebbe chi volesse esercitarla senza esservi per natura in¬ clinato, I49I o chi prendesse per soggetto de’ suoi motteggi la santa Religione ovvero cose oscene, e laide, che avviliscono co¬ lui, che le pone in campo. Molti presso gli antichi vi furono, che il vanto si diedero di faceti, e piacevoli, e tra gli altri il Padre della Romana Eloquenza Marco Tullio Cicerone. Decimo Laberio cavaliere romano volendo un giorno dopo aver nel teatro rap¬ presentata una sua opera porsi a sedere nel suo luogo tra i cava¬ lieri, questi si unirono in modo tra di loro, che a Laberio non fu possibile ritrovare il proprio luogo. Vedendo Marco Tullio Cice¬ rone il suo smarrimento io ti darei luogo gli disse ma noi mede¬ simi siamo qui sì ristretti, che ci è impossibile l’ammetter altri tra di noi: alludendo al gran numero di cavalieri creati da Cesa¬ re. Al che Laberio, ciò mi fa meraviglia, rispose, sapendo, che tu sei solito a seder su due sedie volendo con ciò additare la neu¬ tralità mantenuta quasi sempre da Cicerone tra i diversi partiti, che dividevano la Repubblica. Devesi però evitare in questa sorta di motti piacevoli quell’arguzia pungente, e Satirica, nella quale forse degenerano quelli, che al presente accennammo. |so | Ultima nell’indicata divisione della virtù Morale ma pri¬ ma nell’utilità, e nell’eccellenza si è la Giustizia. Questa suol distinguersi in distributiva, e commutativa. La distributiva si è quella, per cui l’uomo distribuisce, ed assegna i premj, e le pe¬ ne a seconda dell’altrui merito. La Giustizia distributiva è po¬ sta in una certa proporzione tra il merito, e il premio, o tra il delitto, e la pena, la qual proporzione se venga tolta sarà tolta ancora la giustizia distributiva. Colui che dà più, o meno di 271