Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/37

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dissertazione sopra l’ente in generale

sia possibile, ovvero impossibile, poiché, se ciò fosse, come affermano stoltamente i Cartesiani, Iddio far potrebbe, che un ente possibile fosse ancora impossibile, onde Iddio vorrebbe talvolta, o potrebbe almeno volere ciò, che ripugna, il che è per se stesso un assurdo evidente.

Ciascun ente ha in se medesimo le proprie particolari affezioni, quali se ad esso sieno necessariamente inerenti appellansi essenziali, ed accidentali se l’essere, nulla cangiando di sua natura, può di queste mancare. Il nome di affezione si estende ancora alle proprietà estrinseche di un ente, le quali non esprimono, che la relazione tra due, o più esseri come per cagion d’esempio se dicasi, che un corpo è maggiore, o minore di un altro. Gli enti relativamente agli altri esseri sono o i medesimi, o diversi, o simili. Se due globi sieno dello stesso peso, dello stesso colore, dell’istessa figura, e grandezza l’uno dell’altro, questi dir si possono essere i medesimi. Che se poi, per cagion d’esempio, un fiume abbia i due nomi di Istro, e Danubio, ciò, che può dirsi dell’Istro dir si potrà ancor del Danubio, e perciò e l’Istro, e il Danubio diconsi essere numericamente le cose medesime. Diversi tra loro sono quegli enti, de’ quali l’uno all’altro non può esser sostituito senza sconvolgere in qualche modo l’ordine primitivo. Simili sono finalmente quegli esseri